L'ABSIDE - costruzione e geometrie.
Relatori e abstracts


GIUSEPPE ANTISTA
Biografia
Giuseppe Antista received his Ph.D in “History of Architecture and Conservation of Architectural Heritage” from the University of Palermo (Italy) in 2009 and wrote a dissertation entitled: La committenza dei Ventimiglia a Cefalù: città e architettura. 1247 - 1398.
In 2012 he won a research grant from the Department of Architecture (SfeRA), University of Palermo (Italy). He is also a member of the editorial board of the scientific journal «Lexicon. Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo» and member of the “Istituto Italiano dei Castelli” (Sicily department). His scientific interests are specifically devoted to the history of Sicilian architecture in Medieval and Modern Ages, focusing on representation of architecture, the role of the clients and the professional figure of the architect.

Abstract
Le absidi nelle chiese normanne del periodo della Contea
Nei primi decenni del XII secolo si realizzano in Sicilia numerosi edifici religiosi, le cui absidi seguono in genere i modelli bizantini, ma non mancano soluzioni originali. Tra le chiese basiliane del Val Demone si distingue quella dei Santi Pietro e Paolo a Casalvecchio Siculo (1117-1172), la cui abside centrale assume esternamente la forma di una torretta a pianta rettangolare, che include due nicchie pentagonali negli spazi di raccordo con la curva interna. Tutte e tre le absidi della chiesa di Sant’Andrea a Piazza Armerina (ante 1148) presentano esternamente un profilo rettilineo e la massiccia struttura muraria ingloba la torre campanaria. Nella cappella palatina di Palermo, consacrata nel 1140, le tre conche sono unificate posteriormente da un volume poligonale, il cui riferimento più prossimo va ricercato nei modelli bizantini. L’analisi delle strutture murarie evidenzia che tale geometria viene fissata fin dalla realizzazione della primitiva cappella del palazzo (la cosiddetta cripta), su cui poggia la chiesa superiore.Lo sperimentalismo planimetrico che si rileva in questi esempi, forse favorito dalle ridotte dimensioni degli edifici, verrà in seguito abbandonato in favore di soluzioni più consuete, privilegiando nelle absidi delle grandi cattedrali gli aspetti prettamente decorativi.

The apses in the Norman churches of the period of the County
In the first decades of the twelfth Century many religious buildings were produced in Sicily. For the ritual and symbolic function apses are the subject of special care, shown in the decoration of the exterior walls, which contrasts with the smooth surfaces of the interior, reserved for the frescoes or mosaics.
The apses usually follow the Byzantine models, but also are experimented original solutions, which will be the subject of this study: in the Basilian church of Saints Peter and Paul in Casalvecchio Siculo (1117-1172) the central apse takes the form of a small rectangular tower that includes two niches in the connecting spaces; the apse of the church of Sant’Andrea in Piazza Armerina (pre 1148) on the outside have a straight wall structure that incorporates the bell tower; in the Palatine Chapel in Palermo (1131), the three apses are unified in the back by a singular polygonal volume.


PAOLA BARBERA
Biografia
Paola Barbera è architetto e ricercatore di storia dell’architettura presso la Struttura didattica speciale di architettura di Siracusa, Università di Catania, dove insegna dal 2004. Svolge la propria attività di ricerca prevalentemente nell’ambito della storia contemporanea. Ha pubblicato il volume Architettura in Sicilia tra le due guerre (2002); con Maria Giuffrè ha curato i testi Un archivio di architettura tra Ottocento e Novecento. I disegni di Antonio Zanca (2005) e Archivi di architetti e ingegneri in Sicilia 1915-1945 (2011). Ha pubblicato la monografia Giuseppe Damiani Almeyda, artista architetto ingegnere (2008). Con Matteo Iannello ha curato il volume Enrico Calandra. Scritti di architettura (2010).

Abstract
Il Duomo di Palermo e le chiese siciliane del periodo normanno. Le absidi nella lettura storiografica di Enrico Calandra
Sin dal 1913, con la vittoria al concorso per architetto della Regia Deputazione ai restauri del Duomo di Monreale, Enrico Calandra si confronta con una delle grandi cattedrali normanne dell’isola. La conoscenza diretta e profonda dell’edificio apre uno dei capitoli di ricerca che accompagna Calandra fino alla fine della sua vita. Sulle cattedrali normanne si confrontano e si passano il testimone da maestro ad allievo (e talvolta viceversa) più generazioni: Antonio Zanca, Giuseppe Samonà, Francesco Basile, Guido Di Stefano, Stefano Bottari costituiscono una vera e propria équipe di ricerca che lavora in maniera sinergica sul periodo normanno sotto la regia di Calandra; soltanto il confronto tra le diverse cattedrali consente di svelare caratteri ricorrenti e peculiarità e di ipotizzare una diffusione di linguaggi diversi a oriente e a occidente dell’isola. La questione delle absidi e del santuario diventa uno degli elementi fondamentali sui quali basare datazioni e interpretazioni; l’analisi delle absidi, dal punto di vista costruttivo, distributivo e decorativo, attraverso rilievi e disegni di ricostruzione, porta Calandra a ipotizzare i primi modelli di riferimento per le cattedrali, i rapporti di derivazione e di filiazione tra le diverse fabbriche, la lunga eredità del modello normanno.

The Cathedral of Palermo and the Sicilian churches of the Norman period. The apses in the historiographical reading of Enrico Calandra
Since 1913 Enrico Calandra works as architect at the Cathedral of Monreale. The historical research about Norman Cathedrals involves several architects: Antonio Zanca, Giuseppe Samonà Francesco Basile and others study the Cathedral of Palermo, Cefalù, and Messina. Only the comparison between different Cathedrals helps to explain common features and differences.
The analysis of the apses is one of the key elements for interpretations and dating. The study of construction, distribution and decoration, trough surveys and drawings, leads to the identification of the first reference models, the connections between Cathedrals, the Norman legacy.

MARIA MERCEDES BARES
Biografia
Maria Mercedes Bares (Buenos Aires 1970) dal 2007 è dottore di ricerca in “Storia dell’Architettura e Conservazione dei Beni architettonici” e dal 2012 è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura di Palermo, sezione SfeRA. Ha svolto attività didattica (docente a contratto) legata all'insegnamento della storia delle tecniche architettoniche presso la Facoltà di Architettura di Siracusa (Università di Catania). È membro della redazione della rivista «Lexicon. Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo». Partecipa attualmente al progetto di ricerca COSMED From stereotomy to antiseismic criteria: crossroads of experimental design. Sicily and Mediterranean (XII-XVIII century) (principal investigator prof. M.R. Nobile) finanziato dallo European Research Council.
I suoi interessi di ricerca sono prevalentemente indirizzati allo studio del cantiere e delle tecniche costruttive fra medioevo ed età moderna, con particolare riferimento alle pratiche di stereotomia e ai procedimenti progettuali ed esecutivi nell’architettura del Mediterraneo.

Maria Mercedes Bares received her Ph.D in “History of Architecture and Conservation of Architectural Heritage” from the University of Palermo (Italy) in 2007. In 2012 she won a research grant from the Department of Architecture (SfeRA), University of Palermo (Italy). She has taught “History of Building Construction Techniques” at the University of Catania (Italy). She is also member of the editorial board of the scientific journal «Lexicon. Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo».
She is currently involved in the research project COSMED From Stereotomy to antiseismic criteria: crossroads of experimental design. Sicily and the Mediterranean (XII-XVIII century) (principal investigator prof. M. R. Nobile) funded by the European Research Council.
Her scientific interests are specifically devoted to the history of building construction techniques and materials between Middle Ages and Early Modern Ages, focusing on stereotomic traditions, design and construction procedures in Sicily and in the Mediterranean area.

Abstract
Un caso problematico: campanile e abside della chiesa del Crocifisso a Noto Antica
Il cronista cinquecentesco Vincenzo Littara (1550-1602) nel suo De Rebus Netinis elogia le “nuove” cappelle della chiesa del Crocifisso a Noto Antica – dando risalto all’audacia tecnica di una di esse che sostiene la torre campanaria e inoltre poggia su un ponte. Il tutto sarebbe attribuibile – sempre secondo il letterato – all’architetto Giovanni Manuella. Queste intriganti premesse suggeriscono una fabbrica con una conformazione absidale anomala ma la sua distruzione totale dopo il terremoto del 1693 consente solo la possibilità di elaborare congetture plausibili sugli aspetti formali e costruttivi a partire dalle recenti ricerche sul campo, un’attenta rilettura documentaria e cartografica nonché attraverso i nuovi dati emersi sul suo presunto ideatore.

A problematic case: the bell tower and apse of the church of the Crucifix in Noto Antica
The Sixteenth-Century chronicler Vincenzo Littara (1550-1602) in his De Rebus Netinis praises the "new" chapels of the Church of the Crucifix in Noto Antica - emphasizing technical audacity of one of them which supports the bell tower and also rests on a bridge, all would be due - according to the writer - to the architect Giovanni Manuella. These stimulating premise suggest a peculiar conformation of the apse, but its total destruction after the earthquake of 1693 only allows the possibility to develop plausible conjectures on the formal aspects of construction and building based on recent field research, as well as a careful documentary rereading and cartographic studies and also through new evidence found related to its supposed inventor.

FEDERICO MARIA GIAMMUSSO
Biografia
Federico Maria Giammusso, laureato in Conservazione presso la Facoltà di Architettura di Palermo, è dottorando in Storia dell'Architettura e conservazione dei beni architettonici presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo.
Il suo ambito principale di ricerca è lo studio e la ricostruzione virtuale di fabbriche dirute o profondamente trasformate con particolare attenzione verso l’architettura antica, medievale e della prima età moderna. Attualmente si occupa dello studio dei sistemi voltati in pietra nell’architettura gotica sarda, nell’ambito della ricerca di dottorato realizzata in cotutela con l’Università di Saragozza (tutors Marco Rosario Nobile e Javier Ibáñez Fernández).

Abstract
Strutture preesistenti come appoggio per le absidi a Cagliari nel XIV secolo
Il contributo affronta il tema del riuso di strutture preesistenti come punto di partenza per la costruzione di edifici chiesastici nell’architettura religiosa cagliaritana del XIV secolo. Lo studio analizza un gruppo di fabbriche le cui absidi furono ricavate da torri in disuso o che furono addossate a strutture difensive.
Nei casi individuati, la configurazione, la geometria e la dimensione delle strutture absidali vennero condizionate dalle strutture riutilizzate, influenzando anche la costruzione dell'intera fabbrica e sopravvivendo agli interventi di rinnovamento o di ricostruzione susseguitisi nel tempo.
Viene affrontato in particolare il caso studio della chiesa di San Domenico, fondata nel margine nord-orientale del borgo cagliaritano di Villanova. La posizione della chiesa, unitamente a evidenze documentali e iconografiche, suggerisce, infatti, l’ipotesi secondo cui la chiesa venne costruita successivamente alla conquista aragonese del castello di Cagliari (1324-26), riutilizzando per la realizzazione dell’abside una torre delle distrutte fortificazioni di Villanova.

Existing structures as support for the apses in Cagliari in the fourteenth Century
The purpose of this work is to describe the reuse of pre-existing structures as the starting point for the construction process of church buildings. In order to do so we focus on religious architecture in Cagliari in 14th century.
The study analyzes a set of church buildings whose apses were either obtained from former watchtowers or leaned against fortified structures. The dimensions and configurations of those apses were often conditioned by pre-existing architectural elements, likely to influence the erection of the entire building and to survive successive renovations or rebuilding.
In particular, we focus on the apse of the church of San Domenico, built on the north-east boarder of the Cagliari’s neighborhood of Villanova. The position of the building, together with some documentary and iconographic evidences, suggest the hypothesis that the apse of the church was built re-using a tower of the destroyed Villanova’s fortifications, after the war which led to the Aragonese conquest of the Cagliari’s castle (1324-26).

EMANUELA GAROFALO
Biografia
She was trained as an architect at the University of Palermo (1998) and received; PhD degree in history of Architecture at Palermo University in 2003. Research fellow (CNR-Nato scholarship) at the International Center of Croatian Universities of Dubrovnik in 2004; research fellow (MIUR) at Palermo University from 2006 till 2010. She is currently  researcher at Palermo University (from December 2011), where teaches History of modern architecture.
She took part to several national and international congresses, and national and international research projects. She is managing editor of the scientific journal «Lexicon. Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo». Member of the PhD board in Architecture, Arts and Planning (Palermo University)
Her research interests are focused on history of architecture in late-medieval and early modern age in Siciliy and other islands and costal regions in western Mediterranean (Sardinia, Malta, Dalmatia). On these subjects she published several studies (monographs, articles on scientific magazines, contributions on books and congresses’ proceedings).

Abstract
Dal duomo di Enna alla chiesa di Santa Maria della Catena a Palermo: absidi poligonali e impianti basilicali
Fino al principio dell’età moderna il disegno planimetrico adottato nelle cattedrali di età normanna rappresenta nel complesso il principale modello di riferimento per l’architettura religiosa nell’Isola: un corpo longitudinale a tre navate seguito da un ampio transetto non eccedente, spesso bipartito, e da una terminazione a tre absidi semicircolari affiancate. Se lo schema generale è più volte riproposto nelle nuove fondazioni tra il XIII e il principio del XVI secolo, l’arrivo di soluzioni e tecniche costruttive proprie della stagione gotica comporta l’apparizione di una significativa variante nell’icnografia absidale. La sagoma semicircolare viene rimpiazzata da una pianta poligonale, in genere a matrice ottagonale, con conseguenti ripercussioni su geometria e conformazione delle volte realizzate a copertura di tali spazi. L’esordio della soluzione poligonale in Sicilia sembrerebbe riferibile alla fondazione, nella seconda metà del XIII secolo, delle basiliche francescane di Palermo e Messina, con una evidente provenienza del modello dalla Napoli angioina almeno nel secondo caso. Meno chiara e per molti aspetti più intrigante appare la genealogia di un successivo esempio, quello del duomo di Enna, fondato nel primo decennio del XIV secolo, e prescelto come punto di partenza dei nostri ragionamenti. Ragioni tecniche e formali, caratteristiche geometriche e costruttive, esiti spaziali e contesto culturale di riferimento, e le eventuali variazioni degli stessi, saranno osservati in un “percorso” che, attraversando due secoli, trova un significativo punto di arrivo nelle absidi della chiesa di Santa Maria della Catena a Palermo.

From the Duomo of Enna to the Church of S. Maria della Catena in Palermo: polygonal apses and basilica plan
Until the beginning of early modern age the planimetric design of the cathedrals of the Norman age was the main reference for religious architecture in Sicily: three naves followed by a large transept, often bipartite, ending in three apses. While the overall design was repeated several times in new foundations between the thirteen and the beginning of sixteenth century, the arrival of new solutions and construction techniques characteristic of the Gothic season involves the appearance of a significant variation in the apses’ morphology.The semicircular shape is replaced by a polygonal one, usually originating from an octagon, with repercussions on geometry and conformation of the vaults covering those spaces. The debut of the polygonal solution in Sicily seems to be related to the foundation, in the second half of thirteenth century, of the Franciscan basilicas of Palermo and Messina, with a clear origin of the model from the Angevin Naples at least in the second. Less clear and in many respects more intriguing is the genealogy of a subsequent example, that of the Duomo of Enna, which was founded in the first decade of the fourteenth century, and chosen as the starting point of our reasoning. Technical and formal reasons, geometrical and construction features, spatial outcomes and the cultural context, and their changes, will be analyzed within a path that, passing through two centuries, finds a significant “point of arrival” in the apses of the church of S. Maria della Catena in Palermo.

FEDERICA SCIBILIA
Biografia
Federica Scibilia, laureata in architettura con la votazione di 110/110 e lode (2004), ha maturato specifiche competenze nel campo della storia dell’architettura attraverso il dottorato di ricerca in Storia dell’Architettura e Conservazione dei Beni architettonici (2009) svolto presso l’Università degli Studi di Palermo.
È stata professore a contratto nel corso di laurea in Ingegneria edile-Architettura per l’insegnamento di Storia dell’Architettura e delle tecniche costruttive e attualmente è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo.
Ha partecipato a congressi nazionali e internazionali ed è autricedi due monografie e di numerosi saggi e articoli sulla storia dell’architettura di età moderna e contemporanea, con particolare riferimento agli aspetti legati al ruolo della committenza, alla figura dell’architetto e ai temi costruttivi.

Abstract
Le absidi delle chiese madri di Assoro e Pietraperzia (XV-XVI secolo)
Il contributo si incentra su due casi studio: l’abside della chiesa madre di Pietraperzia e quello della chiesa madre di Assoro, per le quali è possibile individuare caratteristiche comuni a livello costruttivo e rintracciare uno stretto legame anche sul piano della committenza coinvolta.
Il primo caso è quello della chiesa madre di Pietraperzia, riconfigurata su una preesistenza dalla famiglia Barresi all’inizio del Cinquecento e oggetto di successivi interventi. L’abside presenta una forma poligonale ai cui vertici si innestano robusti contrafforti che ne hanno assicurato la stabilità nel corso dei secoli e che testimoniano l’originario impianto cinquecentesco, radicalmente modificato dalle trasformazioni risalenti ai primi dell’Ottocento. Altrettanto interessante appare la chiesa di San Leone ad Assoro, oggetto di un recente restauro, riedificata su una preesistenza di epoca normanna alla fine del Quattrocento, su committenza della famiglia Valguarnera, imparentata con i Barresi di Pietraperzia. La volta di copertura dell’abside, con archi radiali in pietra da taglio che si concludono con una chiave pendula, ha una tipologia che può essere riscontrata in altre fabbriche coeve. Lo studio intende approfondire gli aspetti storici e quelli di natura geometrica e costruttiva, tenendo anche conto delle caratteristiche di resistenza del complesso absidale. Inoltre sarà proposta un’ipotesi sulla configurazione originaria della chiesa madre di Pietraperzia.

The apses of the mothers churches of Pietraperzia and Assoro (XV-XVI Century)
The paper will focus on two case studies: the apse of the mother church of Pietraperzia and that the mother church of Assoro, for those it is possible to identify common characteristics of the structural design and trace a close link also on the level of the patronage involved. The mother church of Pietraperzia is reconfigured on a preexistence from the Barresi family at the beginning of the sixteenth century and subject of subsequent interventions. The apse is polygonal shape whose vertices are grafted solid buttresses that have ensured stability over the centuries and witness its original sixteenth century, radically altered by the transformations from the early nineteenth century.The church of San Leone in Assoro, subject of a recent restoration, was built in the late fifteenth century on commission of the Valguarnera family, related to the Barresi Pietraperzia. Of particular interest is the vault that cover the apse, with radial cut stone arches that end with a “pendula” key, whose type can be found in other buildings in the same period.The study aims to explore the historical aspects and the nature of geometry and construction, taking into account the resistance characteristics of the apse complex. It will be also proposed an hypothesis about the original configuration of the mother church of Pietraperzia.



TOMMASO ABBATE | MIRCO CANNELLA
Biografia
Tommaso Abbate (Partinico, 1984) è dottorando nel Dottorato di Ricerca in "Storia e Rappresentazione dell'architettura e della città" presso l’Università degli Studi di Palermo (Italy). Consegue la laurea in Architettura presso l'Università degli Studi di Palermo (2011) con una Tesi di Laurea sul Castellammare di Palermo, monumento andato perduto nel 1922, di cui propone una congetturale ricostruzione. Attualmente conduce una ricerca su una tipologia di cupola dotata di torri angolari, diffusa in Sicilia tra XVI e XVIII secolo. I suoi interessi scientifici riguardano metodologie e tecniche di rilievo e rappresentazione dell’architettura.

Mirco Cannella (Trento, 1982) è un architetto e dottore di ricerca in Scienze del Rilievo e della Rappresentazione Architettonica. 
Attualmente è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo dove conduce delle ricerche nell’ambito del progetto COSMED. La sua attività di ricerca è incentrata sull'interpretazione e rappresentazione digitale 3D di complessi monumentali rilevati con strumentazioni a scansione laser e con metodi fotogrammetrici.

Abstract
Matrici geometriche in tre absidi salentine del XVI secolo
Il contributo è finalizzato alla lettura delle matrici geometriche e proporzionali che regolano la costruzione delle absidi in alcune chiese pugliesi del XVI secolo: San Nicola a Cursi, San Michele Arcangelo a Minervino di Lecce e Santa Maria ad Nives a Copertino. La principale caratteristica di queste absidi risiede nella tecnica costruttiva, una complessa procedura di taglio della pietra basata sull’impiego di precisi tracciati geometrici; gli strumenti impiegati per tale processo interpretativo sono il rilievo laser scanner e la costruzione di modelli digitali.Gli estradossi delle prime due absidi sono accumunati da un’analoga struttura, una superficie polilobata, risultato di una complessa intersezione di superfici cilindriche e coniche; tale aspetto dimostra le specifiche abilità nell’arte della stereotomia delle maestranze impegnate per questi cantieri. All’interno le due absidi condividono la stessa configurazione planimetrica, caratterizzata da un assetto semi-decagonale. L’abside della chiesa di Santa Maria ad Nives si differenzia in modo sostanziale dalle prime: l’intera struttura absidale è inscritta in un parallelepipedo a base pentagonale che si innesta prepotentemente sul fondo della navata centrale. La modellazione digitale è usata sia per l’analisi delle matrici geometriche sia per proporre ricostruzioni congetturali dell’aspetto originario di tali absidi; il processo ricostruttivo si basa sull’impiego di fonti documentarie e sulla lettura di tracce murarie ancora visibili al disotto delle più recenti decorazioni barocche. La ricerca intende infine verificare le possibili relazioni fra i casi in esame e altre costruzioni coeve, come le absidi della chiesa di Santa Croce a Lecce.

Geometric matrices in three “salentine” apses of the sixteenth Century
This paper focus on the interpretation of the proportional and geometrical matrices underlying the construction of the apses in some XVI Century churches in Apulia, namely the churches of S. Nicola in Cursi, San Michele Arcangelo in Minervino di Lecce and Santa Maria ad Nives in Copertino. The main feature of such apses is the construction technique, a complex stone-cutting technique based on a geometrical pattern; the tools we used in the interpretation process are laser scanning survey and digital 3D modelling.The extradoses of first two apses are connected by similar framework, a poli-lobate surface generated by cylinders and cones intersection; such feature is an evidence of the stonecutting ability of craftsmen working in these building yards. Inside the two apses share the same planimetric layout, characterized by a semi-decagon plan; the vertical profiles and the roofing systems show different layouts.The apse of Santa Maria ad Nives church appears to be a singular item; the whole structure is inscribed on a parallelepiped with pentagonal base that strongly engrafts on the central nave.Digital modeling is used both in the geometrical and constructive analysis process and for the virtual reconstruction of some original features of the apses; the reconstruction process is based on documental sources and on the interpretation of masonry traces still visible below the latest baroque ornament. Finally this study is meant to outline suitable relationships and similarities connecting the three case studies and other coeval buildings, such as, the apses of the Santa Croce church in Lecce.


ANTONELLA ARMETTA
Biografia
Antonella Armetta è Dottore di Ricerca in Storia dell’architettura e Conservazione dei Beni architettonici. Le sue ricerche si rivolgono principalmente all’architettura del XIX e del XX secolo. È cultrice della materia Storia dell’architettura contemporanea e assegnista di ricerca COSMED, From stereotomy to antiseismic criteria: crossroads of experimental design. Sicily and Mediterranean (XII-XVIII century), finanziato dallo European Research Council (principal investigator M. R. Nobile). È membro della redazione della rivista «Lexicon. Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo». Autrice di diversi saggi e articoli scientifici, ha recentemente pubblicato una monografia sul tema de I ponti in Sicilia (XVIII-XIX secolo) fra tradizione e innovazione. Le sperimentazioni sul Simeto al Passo di Primosole  (Palermo 2014). 

Abstract
La ricostruzione dell’abside in alcuni esempi della seconda metà del XVI secolo a Palermo
Il contributo ha l’obiettivo di studiare alcuni casi di ricostruzione dell’abside eseguiti in edifici chiesastici palermitani nella seconda metà del XVI secolo. Si tratta delle chiese di San Sebastiano, San Francesco d’Assisi e San Martino delle Scale (all’interno dell’omonima abbazia), in cui, nella seconda metà del Cinquecento, per motivi liturgici, l’abside originaria viene “trasformata”, in un’abside “piatta”, al fine di potervi inserire il Coro ligneo. Il nuovo posizionamento del Coro, in conseguenza della Riforma tridentina - problematica centrale nell’Europa di età moderna – suscita, anche in questi casi palermitani, dibattiti e controversie. Il cambiamento della forma dell’abside determina infatti notevoli problemi costruttivi relativi alla sua copertura.

The reconstruction of the apse in some examples of the second half of the 16th Century in Palermo
The paper aims to study some cases of reconstruction of the apse in some churches of Palermo in the second half of the 16th Century. These are the churches of St. Sebastiano, St. Francesco d’Assisi and St. Martino delle Scale (in the homonymous monastery), in which, for liturgical reasons, the original apse was "transformed" in a "flat" apse to insert in it the wooden choir. The new positioning of the choir, after the Tridentine Reform was a central issue in the Europe of the modern age, so, even in Palermo, there were some debates and controversies about this problem. The change of the shape of the apse determined in fact some considerable constructive problems related to its coverage.

MAURIZIO VESCO
Biografia
Dottore di ricerca in Storia dell’Architettura, è ricercatore universitario in Storia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura D’ARCH dell’Università degli Studi di Palermo dove svolge attività di docenza.
I suoi campi di indagine riguardano l’architettura e l’urbanistica della prima età moderna, le relazioni tra progetto d’architettura e progetto urbano, i protagonisti, gli strumenti e le tecniche del cantiere, la veicolazione della cultura e dei saperi attraverso committenza e maestranze, nonché il ruolo delle fonti archivistiche negli studi di storia dell’architettura.
Partecipa, in qualità di senior staff, al progetto di ricerca COSMED From stereotomy to antiseismic criteria: crossroads of experimental design. Sicily and Mediterranean (XII-XVIII century) (principal investigator prof. M.R. Nobile) finanziato dallo European Research Council.

Abstract
Il campanile sull'abside. Il caso della chiesa madre di Caltagirone
Diffusi in ambiente continentale in età romanica, i campanili absidali sembrano radicare nei territori appartenuti alla Corona d'Aragona, ancora sino al XVI secolo inoltrato, seppur non più proposti in coppia e declinati adesso in più complesse piante poligonali, posizionati in asse alla nave maggiore, al di sopra della tribuna. Da Barcellona a Maiorca, questa tipologia si ripresenta anche, portata per le vie del mare, in alcuni dei principali edifici chiesastici del Regno di Sardegna, che mostrano per caratteri formali e di impianto la loro chiara derivazione dal Levante iberico. In Sicilia, invece, questa soluzione sembra essere proposta in casi isolati, data la preferenza accordata a quella “opposta” della facciata-campanile. Caso degno di nota di campanile absidale siciliano rimane quello della chiesa madre di Caltagirone: danneggiata gravemente dal sisma del 1542, la monumentale torre campanaria venne ricostruita intorno al 1618, su progetto dello scultore-architetto Giovan Domenico Gagini, ancora una volta in forme auliche e con l'adozione di particolari espedienti strutturali che non sarebbero stati comunque in grado di risparmiarla dalla distruzione in occasione del terremoto del 1693.

The belltower on the apse. The case of the mother church of Caltagirone
Widespread in continental Europe during the Romanesque period, bell towers built on apse seem to root in the territories under the Crown of Aragon till the late 16th Century, although no longer proposed as a couple but now declined in complex polygonal solutions, being placed along the nave axis, above the tribune.
From Barcelona to Maiorca, this type, carried along the Mediterranean routes, recurs even in some of the main religious building of the Kingdom of Sardinia, clearly derived from Spanish examples. In Sicily, instead, steeples on apses seem to be proposed in few cases, because of the preference given to the “opposite” solution on the facade. However, a notable example is the Mother Church of Caltagirone: severely damaged by the earthquake of 1542, its monumental belltower was rebuilt around 1618, according to the project of the sculptor-architect Giovan Domenico Gagini, in very aulic forms and with the adoption of specific structural devices, unable, anyway, to prevent its destruction in 1693.

DOMENICA SUTERA
Biografia
Domenica Sutera (Palermo, 1975) is a PhD in “History of Architecture and Conservation of Architectural Heritage” from the University of Palermo (Italy). She is fellow at the Department of Architecture of Palermo (Italy) since 2012. She is also member of the editorial board of the scientific journal «Lexicon. Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo». Her scientific interests are specifically devoted to the history of Sicilian architecture in Modern Ages.

Abstract
L’abside in facciata: alcune soluzioni del XVIII secolo in Sicilia
La presente comunicazione intende approfondire il tema delle absidi posizionate nelle facciate delle chiese costruite nel Settecento in Sicilia. I diversi esempi selezionati mostrano come alle ragioni di carattere estetico vadano sommate riflessioni sul rapporto tra la struttura inflessa e i terremoti.
Considerata la quantità di absidi sopravvissute alle catastrofi sismiche che dal Medioevo e per tutta l’età moderna hanno colpito l’isola e sulla base dell’esperienza diretta, sembrerebbe infatti che la progettazione di queste strutture in facciata trovasse una ulteriore giustificazione nella consapevolezza che la geometria ad andamento curvilineo fosse in grado di resistere più efficacemente all’azione delle spinte causate da terremoti sulle pareti esterne.

The apse in the façade: some solutions of the 18th Century in Sicily
This report proposes some reflections on the apse positioned in the façade of churches built in Sicily during the 18th Century. The different selected examples show how to aesthetic reasons should be added evaluations on the relationship between structures inflected and earthquakes.
Given the amount of apses survived the seismic catastrophes that from the Middle Ages and throughout the Modern age have struck the island and on the basis of direct experience, it would seem that the design of these structures in the facade found a further justification in the knowledge that curvilinear geometry was able to oppose more effectively to the action of the thrusts caused by earthquakes on the external walls.

RICHARD A. ETLIN
Biografia
Richard A. Etlin is a Distinguished University Professor Emeritus at the of the University of Maryland and a Fellow of the American Academy in Rome. His books: In Defense of Humanism: Value in the Arts and Letters (1996); Symbolic Space: French Enlightenment Architecture and Its Legacy (1994), International Architecture Book Award, American Institute of Architects; Frank Lloyd Wright and Le Corbusier: The Romantic Legacy (1994); Modernism in Italian Architecture, 1890-1940 (1991), three awards including the 1992 Alice Davis Hitchcock Award, Society of Architectural Historians; The Architecture of Death: The Transformation of the Cemetery in Eighteenth-Century Paris (1984).

Abstract
Sulla confluenza dell’antica architettura romana e del simbolismo biblico dell’età paleocristiana nell’architettura gotica
Questo saggio ha tre diversi obbiettivi: per prima si analizzano tre differenti sistemi strutturali relativi a delle absidi francesi nell’architettura gotica. Di seguito, dopo aver discusso queste questioni strutturali, si proporrà come ciascuno di questi tre sistemi trovi origine nell'antica architettura romana, proponendo inoltre una nuova interpretazione della struttura del Pantheon. Infine, si spiega il significato simbolico delle volte costolonate e il sistema dei contrafforti “volanti” in relazione con il simbolismo biblico impresso nella progettazione della “vecchia” San Pietro, in particolare, il ciborio sulla tomba di Pietro e, più in generale attraverso una associazione di queste forme gotiche con Costantino, il primo imperatore cristiano. In breve, questo studio esplora la confluenza dell’architettura antica romana e il simbolismo biblico cristiano nell’architettura gotica.

 On the Confluence of Ancient Roman Architecture and Early Christian Biblical Symbolism on Gothic Architecture
This paper has three goals. First, I explore three types of structural systems in French Gothic apses.  Second, I argue for the ancient Roman origins of these forms, while also proposing a new interpretation of the structure of the Pantheon.  Third, I explain the symbolic meaning of the Gothic rib vault and the Gothic flying buttress in relationship to the Biblical symbolism imprinted into the design of Old Saint Peter’s, in particular the ciborium over Peter’s grave and more generally through an association of these Gothic forms with Constantine as the first Christian emperor. In short, this study explores the confluence of ancient Roman architecture and Early Christian Biblical symbolism on Gothic architecture.

JOSÉ CARLOS PALACIOS GONZALO
Biografia
Phd in Architecture 1987. Senior Lecturer in the Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid, in the Construction’s Departament. Professor in the discipline “Workshop on Gothic Construction”. This subjet won the award por Innovation in Education 2009 of the UPM. For eleven years he has been visiting professor in Master in Restoration at the Faculty of Architecture in Leuven, Belgium, lecturing on Stereotomy. He is author of the book “Trazas y cortes de cantería del renacimiento español” published in 1990 and reprinted in 2003. He is also author of “La cantería medieval La construcción de la bóveda gótica española,” published in 2009

Abstract
Costruzione in pietra dell'abside classica: cupole e absidi poligonali
Il Rinascimento portò numerose conseguenze per l'architettura, come ad esempio l'abbandono delle absidi gotiche mediante la costruzione di volte costolonate. Le complicate volte gotiche poligonali saranno sostituite da modelli ispirati all'architettura classica romana: cupole e volte poligonali. Durante il periodo dell'Impero romano, questo tipo di volte era stato costruito con calcestruzzo naturale, mattoni o, meglio, con una miscela di entrambi. Tuttavia, nei paesi in cui, dal remoto Medioevo, la tradizione costruttiva aveva fatto uso della pietra, queste cupole moderne saranno realizzate con questo materiale. Questa circostanza spingerà l'arte della pietra gotica fino a renderla in una nuova scienza applicata: la stereotomia. Prendendo le absidi come punto di partenza, il presente discorso mira ad esaminare diversi aspetti del salto straordinario rappresentato dalla costruzione in pietra dell'architettura classica.

Construction in stone of the classic apse: domes and poligonal apses
Renaissance bore numerous consequences for architecture, such as abandoning gothic apses by means of building ribbed vaults. The complicated polygonal gothic vaults will be replaced by models inspired in classic Roman architecture: domes and polygonal vaults.
All along the Roman Empire’s period, this type of vaults had been built with natural concrete, bricks or, rather, with a mixture of both. Nevertheless, in countries where, from the remotest Middle Ages, the constructive tradition had made use of stone, these modern domes will also be carried out in this material.

This circumstance will thrust the art of gothic stone masonry up to render it into a new applied science: the stereotomy. Taking the apses as a starting point, the present speech aims at discussing several aspects of the extraordinary leap represented by building classic architecture in stone.


ARTURO ZARAGOZÁ CATALÁN | JAVIER IBÁÑEZ FERNÁNDEZ
Biografia
Arturo Zaragozá Catalán, es Doctor Arquitecto, Inspector de Patrimonio Histórico-Artístico de la Generalitat Valenciana, Académico de número de la Real Academia de San Carlos de Valencia. Ha dictado cursos en la Universitat de València-Estudi General y en el Master de Conservación del Patrimonio Arquitectónico de la Universidad Politécnica de Valencia. Ha sido también director del mismo Master.
Es autor de numerosas publicaciones sobre arquitectura popular, catalogación y restauración monumental e historia de la arquitectura y de la construcción.
Ha comisariado diversas exposiciones y dirigido un programa de la Unión Europea.

Javier Ibáñez Fernández è Profesor Titular de Historia del Arte presso l'Università di Saragozza. Ha indirizzato le sue ricerche allo studio dell'architettura aragonese del Cinquecento, focalizzando la sua attenzione su aspetti quali l'organizzazione del lavoro, le tecniche costruttive, le tipologie architettoniche, l'ornamentazione, l'apporto francese allo sviluppo delle arti durante questo periodo e, più recentemente, le radici medievali dello stesso. Ciò lo ha portato a studiare la rivoluzione architettonica verificatasi nella Penisola Iberica all'inizio del XV secolo, il rinnovamento del suo tardogotico e i diversi fenomeni che si scatenano a partire da quel momento e che, in gran parte, raggiungono -e spiegano- la realtà architettonica ispanica del XVI secolo.

Abstract
Absidi costruite, absidi progettate e absidi ideali nella Corona d'Aragona nel corso dei secoli XIV e XV
La soluzione di testata utilizzata in alcuni dei templi più importanti costruiti nella Corona d’Aragona a cavallo tra il XIII e il XIV secolo – come le cattedrali di Valenzia, Girona o Barcellona -, composta da presbiterio, deambulatorio a campate trapezoidali e cappelle radiali, e caratterizzata da una scarsa attenzione per il suo esterno – e la vistosa assenza di archi rampanti –, verrà presto messa in discussione. L’arrivo di professionisti dall’altro lato dei Pirenei favorirà l’introduzione di proposte più avanzate, che si presenteranno tanto in microarchitetture, quanto in differenti progetti architettonici a partire dal secondo terzo del XIV secolo, ma che, tuttavia, non si svilupperanno su scala maggiore. L’apparizione di nuovi fenomeni all’inizio del Quattrocento, specialmente quelli vincolati al recupero dell’Antichità biblica – e all’architettura cubica –, prediligerà, in quel momento, l’adozione di nuove soluzioni, fondamentalmente, di testata retta.

Built apses, designed apses and ideal apses in the Crown of Aragon during the fourteenth and fifteenth centuries
The kind of apse employed in some of the most important churches of the Crown of Aragon between the 13th and the 14th century –such as the cathedrals of Valencia, Gerona or Barcelona– was made up of presbytery, ambulatory with trapezoidal shaped bays and apse chapels, and was characterized by a little interest for its external appearance and a striking lack of flying buttresses. Soon this model will be called into question. The arrival of builders from the other side of the Pyrenees will permit the introduction of more advanced proposals, which will be expressed in micro-architectures and in several architectural projects since the second third of the 14th century. Nevertheless, these proposals will not be developed on a major scale. The appearing of new phenomena at the very beginning of the 15th century, especially the ones related with the recovery of the biblical Antiquity -and cubical architecture-, will prefer, at that moment, the adoption of new solutions, mainly, the straight wall.

BEGOÑA ALONSO RUIZ
Biografia
Doctora en Historia del Arte por la Universidad Autónoma de Madrid (España). Profesora titular de Historia del Arte de la Universidad de Cantabria. Su actividad investigadora se ha centrado en el mundo de la arquitectura de finales de la Edad Media, sus artistas, los medios de producción, los lenguajes artísticos empleados, la promoción artística, etc. Entre sus publicaciones destaca su tesis doctoral (Arquitectura tardogótica en Castilla: los Rasines, 2003), Patronos y coleccionistas. Los Condestables de Castilla y el arte, (Valladolid, 2005), Ars et Scientia. Estudios sobre arquitectos y arquitectura, (Valladolid, 2008), La traza de la yglesia de Sevilla  (Sevilla, 2009) Los últimos arquitectos del Gótico  (Madrid, 2010) o La arquitectura tardogótica castellana entre Europa y América (2011). Actualmente es Secretaria del Comité Español de Historia del Arte (CEHA).

Abstract
Le absidi centralizzate a forma di trifoglio: una rarità dell’architettura tardogotica in Castiglia
Le cappelle a forma di trifoglio sono il modello più innovativo tra quelli che sono stati sviluppati nel tardogotico spagnolo. È noto che il brillante sviluppo delle grandi cappelle mortuarie coperte da volte a crociera si conclude alla fine del XV secolo e nei primi decenni del XVI secolo, come le cappelle Toledo o Burgos. Solo pochi architetti (della zona di Segovia sotto l'influenza di Juan Guas) e il patronato (della nobiltà castigliana e l'alto clero) hanno preso le distanze da questo modello decidendo di “rischiare” con il modello a trifoglio, formando un gruppo molto omogeneo di costruzioni concentrato in un arco di tempo molto limitato. Sono stati documentati solo undici esempi in Castiglia, alla complessità di natura costruttiva (come la difficoltà di costruire cappelle a forma di trifoglio) si somma la mancanza di riferimenti in questo territorio.

The centralized apses with cloverleaf shape: a rarity of the Late Gothic architecture in Castile The clover shaped chapels are the most innovative model among the many developed in Spanish Late Gothic. It is known that the brilliant development of the big mortuaries chapels covered with cross vaults shattered in the end of the 15th Century and the first decades of the 16th Century like Toledo or Burgos chapels. Only a few architects (linked the area of Segovia and to the influence of Juan Guas) and patronage (from the high Castilian nobility and the high clergy) distanced themselves from this model in order to take a risk for the clover shape ones, making a very homogeneous constructions group lifted in a very limited lapse of time. There were documented only eleven examples in Castile maybe because of the complex constructive nature (as the difficulty of the clover shape) and because of the lack reference models in Castile.

MERCEDES GÓMEZ-FERRER LOZANO
Biografia
Mercedes Gómez-Ferrer Lozano es Doctora en Historia del Arte y Profesora Titular de Historia del Arte en la  Universidad de Valencia. Es también Licenciada en Filología Anglogermánica por la Universidad de Valencia.  Es Máster en Ciencias en arquitectura, especialización en Conservación de Ciudades Históricas y Edificios, por el Centre d’Études de la Conservation du Patrimoine Architectural et Urbain de la Universidad de Lovaina, Bélgica.
-Su línea de investigación con libros y artículos publicados en revistas especializadas y publicaciones científicas, y su participación en proyectos I+D de investigación, conferencias y congresos  versa sobre arte y arquitectura en Época Medieval y Moderna.

Abstract
Absidi o ambulacri, soluzioni architettoniche nell'area ispanica del Mediterraneo in età moderna
Questo contributo intende concentrarsi sul tipo di chiesa che utilizza la forma di abside poligonale nell’area ispanica mediterranea in età gotica. La costruzione di questa tipologia poligonale è perdurata durante il periodo rinascimentale attraverso esempi che non possono essere considerati una soluzione medievale. Si realizzeranno confronti tra queste architetture con chiese costruite con ambulacri nella stessa zona, e anche con una soluzione utilizzata nel XVI secolo in chiese particolari. L’analisi si concentrerà nello studio di alcune interessanti fabbriche religiose quali la chiesa Collegiata di Xativa, la chiesa Collegiata di Lorca, la chiesa del castello di Montesa, tutte costruite in zone sismiche; si studierà inoltre il comportamento statico di queste strutture dopo i terremoti (storici e recenti).

Apses or ambulatories, architectural solutions in the Hispanic Mediterranean area in the modern age
We intend to focus on the general type of church built in this area during the gothic period, that frequently uses a polygonal shaped apse. These apses continued to be built during the renaissance period, and cannot be considered a medieval solution. We will compare them to churches built with ambulatories in the same area, also a solution used in the Sixteenth Century in some particular churches. We will try to focus on some interesting churches such as the Collegiate church of Xàtiva, the Collegiate Church of Lorca, the church of the Montesa castle, all of them built in seismic areas, and study the behavior of their structures after historic and recent earthquakes.

ISABELLA CARLA RACHELE BALESTRERI
Biografia
Isabella Carla Rachele Balestreri (Monza 1963), studia la storia dell’architettura di “Milano e il suo territorio” tra XV e XIX secolo. E’ ricercatore confermato presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano. Insegna presso la Scuola di Architettura Civile dello stesso Ateneo. E’ membro del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Storia e Progetto dell’Architettura del Politecnico di Torino. Partecipa a ricerche nazionali e internazionali occupandosi di: progetti, disegni, piani e cantieri e quindi delle competenze, dei ruoli e della cultura di committenti, tecnici, professionisti, operatori immobiliari, artisti, artigiani e decoratori.

Abstract
Abside vs Facciata. Milano XVI-XIX secolo. La cattedrale e la città
Per chi studia la storia dell’architettura milanese è quasi impossibile prendere in considerazione l’abside del Duomo separandola dal resto dell’edificio. Secondo letture che hanno radici nel XV secolo e si sono conservate per  tutto il Novecento, l’abside del Duomo di Milano dal punto di vista geometrico, strutturale e simbolico, è la ‘naturale conseguenza’ di un disegno generale. Per studiare l’abside in relativa autonomia può essere utile porla a confronto con la sua facciata: incrociando l’opposizione ‘Gotico – Classico’, che secondo Rudolph Wittkower, ha caratterizzato la storia del Duomo nei secoli XVI-XVII, con i giudizi espressi nelle pagine de «Il Politecnico», fra 1838 e 1840, ne esce una polarità che attribuisce all’abside un carattere diverso.
Disegno, geometria e struttura dell’intero capocroce possono diventare la chiave di lettura del rapporto tessuto nel tempo fra la cattedrale e la città.

Abside vs Façade. Milan XVIth-XIXth Centuries. The Cathedral and the City
According to Rudolph Wittkower, during the XVIIth Century an exciting debate had been taking place between Gothic and Classic architectural projects for the Duomo of Milan.
During 1839-1840 Carlo Cattaneo wrote in the magazine “Il Politecnico” few essays about projects for the square and space around the Duomo, opening a variety of issues related to the comparison between the façade and the apse. They were about aesthetics, architectural style and perspective view, as well as political and economical matters.
Starting from these literature milestones, this paper will go through the history of the Duomo to study how and when the apse, other than the facade, has linked the architecture to the town.
Frame and shape, symbols and meanings of the apse will be a mirror of the whole city.